Vastedda del Belice: protagonista inaspettata della pizza

vastedda del belice

Nel panorama dei formaggi italiani, la Vastedda del Belice spicca per la sua particolarità. È l’unico formaggio di pecora a pasta filata ad impreziosire le tavole isolane, frutto dell’ingegno dei maestri casari della Valle del Belìce.

Nata da un’idea geniale: trasformare i pecorini imperfetti in un tesoro gastronomico. Il nome, infatti, deriva dal dialetto siciliano vasta, che significa guasta, andata a male. Ma da ciò che poteva sembrare un rifiuto, nacque un gioiello.

Un processo antico e sapiente

I casari, con abilità tramandata di generazione in generazione, lavoravano il latte crudo di pecora, appena munto, a temperature comprese tra i 35 e i 36 gradi. Il caglio, rigorosamente prodotto in azienda con agnello o capretto, coagulava il prezioso liquido dando vita a una massa compatta.

Con un bastone di legno, chiamato rotula, la massa veniva rotta in chicchi simili a ceci o chicchi di riso. Dopo un breve riposo, avvolta in un telo di lino, veniva posta su un tavoliere. Un’ora circa di attesa e la pasta veniva tagliata in pezzi, adagiata in un recipiente di legno e coperta con siero caldo, a circa 55-60 gradi, per favorire la fermentazione.

La maturazione

La maturazione era un’arte: tempi variabili in base al periodo di produzione, alla temperatura e all’umidità. I casari più esperti, con un tocco quasi magico, ne valutavano l’avanzamento con prove di filatura.

Raggiunta la giusta acidità, la pasta veniva tagliata a fette in un recipiente di legno, immersa in acqua bollente e lavorata con una pala di legno, la vaciliatuma. Nella fase finale, quando la consistenza era perfetta, la pasta veniva modellata manualmente in sfere. Chiuse con cura, queste sfere venivano adagiate in piatti di ceramica, assumendo in breve tempo la tipica forma ovoidale appiattita che le rende riconoscibili: la vastedda simile a una pagnotta schiacciata.

Un tripudio di sensi

Profumata e delicata, la Vastedda del Belice conquista con la sua fragranza e la sua suadenza. Al palato, un’esplosione di gusto: note di burro si intrecciano con sentori di erbe spontanee della Valle del Belìce, come le graminacee e la valeriana.

Un ingrediente inaspettato per la nostra pizza

Ma la Vastedda non si limita ad essere una protagonista indiscussa della tavola siciliana. La sua unicità la rende un ingrediente inaspettato e ricercato per la pizza. La sua delicatezza si sposa perfettamente con i sapori decisi dei pomodori siciliani, del basilico fresco e di un filo d’olio extravergine d’oliva. Un connubio che stupisce e conquista, regalando un’esperienza sensoriale unica.

Prodotta da maggio a ottobre, la Vastedda rappresenta un dono prezioso della Valle del Belìce, un tesoro da preservare e gustare in tutte le sue sfaccettature, dalla tradizione alla pizza gourmet.

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